PROSA

TESI
LA BAMBINA DAI CAPELLI ROSSI CALURA
L'AMNESIA
SEGUENDO LA SCOMPOSTA ONDA DEL PENSIERO
A QUALSIASI COSTO
LA MELA TAGLIATA A META’
DEDICATO

POESIE

 

 

TESI

       ……………………………........
……….. mmm….co..s          ammi    st  a  s  s  u  c  c  e  d  e  n  do   dove  sonodovemi   trovonon  rie  scoassolutamenterespiraremi  sento……………………..mi sento
soffocareeeee  comè  tutto  buio intorno       ma intornodove
     non mi sembra di avere niente intorno eppure c’è qualcosa   non so che cosa  ma
sento che intorno a me c’è qualcosa che ripete i miei confini corporali
     che oppressione   sono compressa  oppressa da tutte le parti dalla testa ai piedi…….ovvero….la testa c’è dal momento che riesco a ragionare su ciò che mi sta succedendo ci deve pur essere ma i piedi dove sono i miei piedi
         non riesco neppure a muovermi per vedere se ho ancora i piedi tanto le spalle mi sembrano strette dentro una morsa le mie larghe spalle che ostento con compiacimento sono improvvisamente ridotte nel senso della larghezza da qualche cosa che le costringe le umilia
     come sono capitata qui ma qui … dove
      riconosco il sentimento che mi pervade ma non la situazione che l’origina    il   nulla   com’è possibile ricordare il nulla  eppure ho paura del nulla ho sempre cercato d’immaginarlo sì ma non perché lo desiderassi bensì perché mi spaventa                la morte      i confini che conosco e quelli che non immagino neppure oltre i   quali non ci può essere  che il nulla      il temuto    la paura                             e adesso ho paura paura di questo nulla che mi circonda e mi soffoca       buio     ma da che cos’è generato questo buio che mi avvolge con la sua consistenza
un  cunicolo ecco un cunicolo senza principio né fine ma di quale cunicolo vado fantasticando i cunicoli devono per forza avere un inizio e finire per quanto lunghi inconsueti tortuosi possano essere ma io qui non ricordo di esserci mai entrata e sebbene mi sforzi non riesco a vedere una seppur debole luce che possa garantirmi una ipotetica e lontana fine
              un’uscita
                      devo  concentrarmi                             regredire con la memoria e concentrarmi al massimo devo arrivare al momento in cui per una ragione che dovrò chiarire sono entrata qui dentro
       se almeno riuscissi a spiegarmi lo scopo per cui mi sono spinta in questa esperienza così faticosa e sofferta forse riuscirei ad accettare lo stato in cui mi trovo anche perché una ragione ci deve pur essere ma chi me la può dare una spiegazione una risposta la mia mente o quella di qualcun altro
già
ma di chi qui non c’è nessuno a cui potermi rivolgere nessuno che mi possa aiutare
                                                            Solitudine
    ma è poi così brutta la solitudine non so darmi risposta e questo perché per quanto mi sforzi di ricordare non rammento una situazione diversa da quella vissuta in solitudine è la stessa sensazione che provo nuotando anche nell’acqua ci sono soltanto io e nella materia liquida accogliente   è vero   non distinguo i confini reali del mio corpo del mio viso che si fonde con quella materiale mi circonda e duttilmente ripete come in un calco la mia immagine
                                       mentre nuoto non ho il problema dei piedi delle gambe delle braccia non esistono esiste la mia comunione con il liquido
che m’infonde una sensazione di onnipotenza d’infinito dove non esistono i confini che conosco o ignoro è tutto così           sereno
le mie braccia sono imperiose ritmiche cadenzate
      riesco persino  a non respirare per quattro cinque sei bracciate tanto so che roteando velocemente il capo o
sollevando il più alto possibile il mento potrò prendere una boccata d’aria che mi permetterà di proseguire con lo stesso slancio con lo stesso appagamento
       anzi è proprio l’ebbrezza della  non respirazione che mi esalta
                                          che mi dà la sensazione dell’infinito è come
se continuamente mi debba trasformare da girino  in rana da rana in girino
           io li ho visti negli stagni nelle pozzanghere i girini e le rane ma non sono mai riuscita a rubare quel mistero della trasformazione l’ho sempre soltanto immaginata fantasticata e sono convinta che quello che sto provando ora è qualcosa di simile ma
                                                                               adesso
          vorrei respirare riempire a fondo i polmoni vorrei prendere una boccata d’aria piena lunga lenta da riempirli completamente
                 ma      non ci riesco
Non ci riesco non riesco a muovermi assolutamente sono paralizzata ed invece ho voglia di muovermi mi debbo muovere ci dev’essere da qualche parte la luce
l’aria
se almeno riuscissi a muovermi
sììììì ecco      mi sembra di essermi mossa                              mi sembra di averlo fatto come fa un verme nella terra bagnata dalla pioggia              con la differenza che per lui lo stato è abituale mentre per me
è
una
fatica
incredibile
ah se riuscissi a muovere almeno le braccia con le mani potrei aggrapparmi a qualche cosa       già    ma a cosa questo cunicolo è così inconsueto
         non capisco come possa avvolgermi avvinghiarmi avvilupparmi completamente tanto da non poter  inspirare prendere una boccata d’aria
      è così strano anche se questa posizione non mi permette di vedermi le mani le ginocchia  i piedi riesco ad immaginare come li vedessi i miei polmoni sono grandi capienti sento che premono contro la schiena contro il petto
         forse perché sono così compressi riesco a percepire la loro dimensione
                                             ah potessi riempirli
        in questo silenzio incredibile li sento persino parlare mi chiedono aria aria ariaaa ariaaa
muovermi devo muovermi devo uscire da qui non ce la faccio più debbo respirare debbo respirare
   ma ecco sì     ho fatto qualche progresso mi sto muovendo come un bruco mi contraggo e mi distendo mi contraggo e mi distendo     guadagno terreno
   oppure è solo una sensazione quella che provo  infatti
                       se ci penso bene non mi sembra di essere propriamente io a fare dei movimenti anche se nitida  è la sensazione di muovermi di andare avanti di essere sul  punto di finire questa maledetta angoscia

Non ne posso più non credo di poter resistere ancora a lungo in queste condizioni tuttavia non riesco ad immaginare che cosa ci possa essere fuori di qui perchè qualcosa ci deve pur essere anche se questo nulla m’impedisce di intuire una qualsiasi immagine
                              Una temperatura che me la suggerisca qui dentro non c’è caldo ma neppure freddo se ci penso forse la sensazione che provo è data dalla totale mancanza di colori
        che tristezza tutto questo nero
         mamioddio perché mi sono cacciata in questo posto orribile vorrei urlare urlare
    già urlare come se per urlare non ci volesse fiato ed io non riesco neppure  respirare
          soffocata maledizione finirò soffocata ma non può essere no
sento la necessità impellente di respirare e non ci riesco calmarmi
debbo calmarmi altrimenti non risolvo niente ma è facile pensarlo subire questa realtà invece è faticosissimo
    l’unica azione che mi è permessa da questo stato così confuso per me  è quella del pensiero
già
perché da cosa posso avere la certezza di possedere le spalle le gambe la testa con gli occhi e la bocca qui non c’è specchio o vetro che possa riflettere la mia immagine
                                                quindi
potrei essere soltanto pensiero
un pensiero vagante nel buio
ma se sono io un pensiero sono un pensiero in evoluzione oppure un pensiero scatenato dalla follia   qual è lo stato che mi dà la libertà    l’uno o l’altro
 
ma no
ma no è perché l’ossigeno non arriva al cervello che sto delirando un pensiero sano o malato che sia non può sentirsi soffocato umiliato nell’immobilità non può  sentire la necessità di respirare e non riuscirci
                            un corpo
io posseggo un corpo i suoi confini sono concreti la loro concretezza è data proprio     dalla presenza di un qualche cosa che li costringe li umilia in uno spazio troppo angusto per essi
    non sono ancora in grado di darmi una spiegazione di come abbia avuto inizio tutto ciò e neppure il perché e sebbene continui a sforzarmi non ricordo neppure quando eppure ho la netta sensazione che tutto ciò dovrà finire
       ma non so assolutamente come
ma sì
ma sì mi sto muovendo di nuovo lo sento
                                              movimento
                                               staticità
                                              soltanto quando faccio dei progressi dalla posizione in cui sono costretta da un involucro che mi sigilla riesco ad intuire che questa mia realtà fisica è in movimento da ciò scaturisce la sensazione netta che ci sarà un’evoluzione
                               o        una regressione
già infatti non so ancora assolutamente se il mio movimento è teso in avanti oppure si rivolge all’indietro
E’ una realtà positiva quella che fin’ora ho percepito oppure soltanto fantasia        ma la realtà alla quale anelo con tanta disperazione è quella che darà fine alla mia angoscia oppure ne sarà l’origine
sento che la risposta l’avrò tra molto poco e scioglierà ogni mia tensione
    quello che non riesco ancora a capire è perché ogni volta che progredisco mi senta ancor più soffocare come se la morsa si chiudesse ulteriormente anche se nel medesimo istante ho la netta sensazione che il mio tormento debba durare ancora per molto poco mi sembra infatti che la temperatura stia cambiando prima non è che avessi freddo ma ora mi sembra di sentire un tepore diverso umido
                ne sono convinta     odo rumori sì sto uscendo seppur attutiti mi arrivano alle orecchie               il buio sta sfumando non è più intenso come prima
   ma
 com’è possibile allora che invece di provare un senso di liberazione la morsa mi stringe sempre più e con una successione sempre più rapidah
                                                                   o pauraquestaèlafineèla fine soffocoooooooo

                                                    Uè’  uè    uè  uè